Sismicità storica

Sismicità storica dell’Abruzzo e nel comune di Arsita

Evidenze storiche di terremoti significativi in Abruzzo (Figure 4-5) sono riportate nei cataloghi sismici fin dal secondo secolo dopo Cristo [03-07]. Fin dal 1300, il territorio abruzzese ha visto il manifestarsi di forti terremoti almeno 5 nel corso dei secoli: in particolare, nel 1315 (Mw ≃ 6.7), nel 1349 (Mw ≃ 6.5), nel 1461 (Mw ≃ 6.5), nel 1703 (Mw ≃ 6.7), e nel 1915 (Mw ≃ 7.0), con gravi danni e vittime. Tra questi, il più catastrofico è avvenuto nel 1703, con più di 3000 morti e gran parte delle costruzioni crollate, tanto che la città de L’Aquila fu abbandonata e ripopolata solo più tardi, per volontà del Papa Clemente XI.

Figura 3: Intensità Macrosismiche a L’Aquila e dintorni

(fonte: Istituto di Geofisica e Vulcanologia – INGV).


Figura 4: Terremoti storici nell’area abruzzese, dal catalogo CPTI08aq, parte del Catalogo Parametrico dei terremoti italiani CPTI08; eventi sismici verificatisi nel periodo 1000-2006 nell’Italia Centrale (fonte: Istituto di Geofisica e Vulcanologia – INGV).

Figura 5: Intensità Macrosismiche storiche dei maggiori eventi sismici nell’area aquilana fin dal 1300 (fonte: Istituto di Geofisica e Vulcanologia – INGV).

Successivamente, il terremoto del 1915 sotto il Bacino del Fucino ebbe gravi conseguenze in un’area piuttosto vasta, dall’epicentro vicino ad Avezzano fino a L’Aquila e dintorni [08-10]. E infine l’ultimo del 2009: esso può essere considerato il terzo evento più grave tra i sismi recenti, dopo quelli del 1976 in Friuli (Mw 6.4) e del 1980 in Irpinia (Mw 6.9), ma il secondo che ha coinvolto una città di media grandezza, dopo il terremoto e e lo tsunami del 1908 a Messina e Reggio Calabria (Mw 7.2). L’evento del 2009 può quindi essere considerato eccezionale, sia per i livelli raggiunti di Intensità MCS, sia per l’importanza della componente verticale dell’eccitazione sismica.

La Tabella 3 riporta i dati riguardo i principali terremoti che hanno interessato il territorio di Arsita nel corso del tempo, raccolti tramite i cataloghi storici [03-07].

Tabella 3: Sismicità storica di Arsita.

Is

Data e ora

Località

Np

Ix

Mw

5

1933 09 26 03:33:29

Maiella

326

9

5.68

8

1950 09 05 04:08

Gran Sasso

137

8

5.73

6-7

1951 08 08 19:56

Gran Sasso

94

7

5.45

4-5

1984 05 07 17:49:43

Appennino Abruzzese

912

8

5.93

NF

1990 05 05 07:21:22

Potentino

1374

7-8

5.84

4-5

1997 09 26 09:40:27

Appennino Umbro-Marchigiano

869

9

6.05

NF

1998 08 15 05:18:09

Monti Reatini

233

6

4.49

Sulla base dei documenti storici (1950-51) ritrovati nel locale archivio di Arsita, risultano danneggiamenti causati dai terremoti del 5 settembre 1950 e dell’8 agosto 1951 (Tabella 3), provocando numerosi danni agli edifici sia nel centro storico sia nelle contrade limitrofe. La ricostruzione macrosismica del terremoto del 5 settembre 1950 è riportata in Figura 6. Le dimensioni dei danni attribuiti a questi sismi, sulla base degli archivi nazionali, sono di difficile valutazione, a causa della forte vulnerabilità degli edifici interessati dai bombardamenti della seconda guerra mondiale e da un precedente evento sismico avvenuto il 3 ottobre 1943 presso Offida (Ascoli Piceno).

a) distribuzione delle intensità relative al terremoto del 1951

b) campo macrosismico relativo all’area epicentrale

(stella azzurra) del terremoto del 1950

Figura 6: Intensità macrosismiche dei terremoti del Gran Sasso del 1950 e 1951.

Le fonti storiche analizzate, provenienti dall’archivio comunale di Arsita, hanno permesso di conoscere sia i danni provocati su ogni edificio, sia i lavori di consolidamento effettuati. Per quanto riguarda i primi, sono riconducibili a crolli dei muri portanti e lesioni al manto di copertura. Le zone maggiormente colpite si possono circoscrivere sul versante sud del crinale, in particolare nelle contrade Cocoruzzo, Cesi, Pignagatti e Malafede. Per quanto riguarda il centro storico, gli edifici che hanno avuto bisogno di interventi di consolidamento si sono concentrati lungo le vie che scendono sul versante sud; in particolare si vuole ricordare: Via Oberdan, Via Carducci e Via Vittorio Veneto. Dalla documentazione storica si è potuto notare, inoltre, che vi sono stati degli edifici danneggiati anche lungo la via principale del centro storico, Corso Vittorio Emanuele, ma solo sul versante sud, in linea con i danni descritti in precedenza sul territorio comunale. Va segnalato che, per il Comune di Arsita, le citazioni in alcuni annali sono discontinue, avendo modificato il suo nome da Bacucco ad Arsita nel 1906.

Si può affermare che il territorioSisi della provincia di Teramo, compreso il Comune di Arsita, presenta una storia sismica di entità moderata. A prescindere dai danni che comunque in alcune occorrenze si sono rivelati ingenti fino all’attribuzione dell’ ottavo grado della scala Mercalli-Cancani-Sieberg (MCS) in molte frazioni e comuni, non ha avuto mai un numero rilevante di vittime, in base alle varie fonti informative (studi di sismologia storica, giornali, Gazzetta Ufficiale e Ufficio Centrale di Statistica, documenti degli Archivi di Stato, cartoline sismiche, sito web della Provincia di Teramo).